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PIERO MARUSSIG
(Trieste, 1879 – Pavia, 1937)
Tra il 1899 e il 1901 visse a Vienna e Monaco, dove si avvicinò alla Secessione viennese e conobbe le tendenze espressionistiche centroeuropee. Nel 1905 a Parigi studiò gli impressionisti e i postimpressionisti, interessandosi in particolare a Cézanne, Gauguin e Matisse. Tornato a Trieste, partecipò alle prima guerra mondiale. Verso il 1920 decise di trasferirsi a Milano dove conobbe Carrà, Sironi e Funi.
Fu tra i fondatori del gruppo Novecento raccolto attorno alla figura di Margherita Sarfatti, assieme ai pittori Anselmo Bucci, Leonardo Dudreville, Achille Funi, Emilio Malerba, Mario Sironi e Ubaldo Oppi.
La sua pittura di questo periodo, riflettendo la tendenza del gruppo a un recupero dei dettami della tradizione pittorica rinascimentale, è caratterizzata da attenti rapporti plastici e volumetrici e da tematiche solitamente riferibili alla famiglia e alla vita borghese: ritratti femminili, nature morte, figure di bambini. Il suo dipinto più noto, Donne al caffè (1924, Galleria d’arte moderna, Milano), ritrae due figure dall'aspetto malinconico in un caffè di provincia.
Nei suoi lavori si intravede la fatica con cui il pittore dovette adattarsi alla plasticità e alla terza dimensione auspicata dal gruppo, per giungere infine a un interessante compromesso tra la smaltatura delle superfici e il gonfiore del rilievo.
Con Achille Funi, Marussig fondò in via Vivaio 10 a Milano una Scuola d'arte, in cui tentò di riproporre le usanze pratiche e artistiche delle botteghe quattrocentesche.
Negli anni anni trenta il pittore adottò una pennellata più morbida, recuperando uno stile di impronta impressionista.
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